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Quali sono le possibili cause del cyberbullismo?

L’anonimato. Per la vittima è molto difficile sottrarsi alle molestie, soprattutto per l’anonimato dietro cui, in genere, si nascondono i cyberbulli, che pensano di essere e rimanere invisibili, non identificabili, e per tale motivo di rimanere impuniti. É importante, inoltre, sottolineare che la ripetitività delle loro condotte determina assuefazione e riduzione dell’empatia e, di conseguenza, una minore capacità di percepire la sofferenza sperimentata dalla vittima ogni volta che viene presa di mira on line. Infine, non potendo i cyberbulli sperimentare gli effetti tangibili delle proprie azioni, tutto sembra essere per loro un gioco, che non necessita di essere fermato.

Strumenti utilizzabili da tutti. Vittima e carnefice: anche una persona amica può essere che per prima, sotto falsa identità, mette on line notizie false sulla reputazione di qualcuno, inventandosi chiacchiere del tipo: “lei è una poco di buono“, “lei è una ragazza facile“. E così, in una spirale senza senso, inizia il vortice delle cattiverie, delle offese, delle bugie anche tra gli altri compagni. Ma a quale ‘pro’? Spesso è la gelosia, a volte la noia, o il volersi mettere in mostra o un sentimento di rabbia repressa nei confronti della vita che circonda questi giovani e che, inevitabilmente, deve trovare un capro espiatorio su cui scaricarsi.

L’omertà. Se la vittima è il destinatario di insulti e calunnie, spesso è anche colpa o inerzia degli “altri”: amici e compagni di scuola che per proprie debolezze, incapacità o viltà, accettano passivamente la situazione o, ancora peggio, abbandonano la vittima e si rifugiano nel silenzio. Ma è proprio questo silenzio che offre nuovi spazi al cyberbullo , il quale diventa sempre più “forte” ed “intoccabile”.
In genere bambini e adolescenti sono riluttanti a confidarsi con i genitori e gli insegnanti rispetto agli episodi di cyberbullismo di cui sono vittime; ciò avviene per il timore, sia di una reazione eccessiva da parte degli adulti che li induca ad adottare delle regole restrittive nell’utilizzo di Internet, sia di una vendetta da parte dei cyberbulli.

Navigazione. Navigare su internet è oramai una realtà imprescindibile. La rete fa parte della nostra realtà quotidiana, di cui ne ha semplificato i tempi e aumentato le potenzialità conoscitive. Bambini e adoloscenti, sono gli utenti più deboli poichè non hanno ancora maturato quelle capacità cognitive e quella maturità di valutazione che permetterebbe, invece, di capire (e filtrare) ciò che c’è di buono nella rete. Esistono accessi “filtrati”, impostazioni particolari che i genitori possono attivare sui computer dei propri figli per evitare che questi navighino laddove è “pericoloso” o “inopportuno”. Ma quanto questo riuscirebbe a difendere il giovane?

Conseguenze. É ragionevole ritenere che siano analoghe a quelle del bullismo tradizionale, se non maggiormente gravose a causa dell’elevato numero di persone coinvolte e della forza mediatica di messaggi, foto, video trasmessi on line o sul telefonino. La vittima diventa ancora più fragile ed esposta. Tra gli effetti di tale fenomeno si possono ricordare: bassa autostima, depressione, ansia, paura, frustrazione, problemi scolastici e familiari e, nei casi più estremi, idee suicidarie. Si tratta di esiti gravi, che hanno, inoltre, notevoli ripercussioni sullo sviluppo psicofisico di bambini e adolescenti.

Come affrontare il problema. Inviate al cyber-bullo un messaggio in cui, in maniera chiara e risoluta, gli comunicate che il suo comportamento vi sta disturbando ed esortatelo a interrompere immediatamente tale condotta; non rispondete a chi vi offende o insulta on line o sul cellulare; bloccate o filtrate tutte le e-mail, la messaggistica immediata e gli sms provenienti dal cyberbullo; tenete traccia delle conversazioni o degli sms che vi hanno infastidito.
Informate i vostri genitori o un adulto di riferimento rispetto a ciò che sta accadendo. Ciò vale anche nel caso in cui non siate la vittima diretta degli attacchi on line o sul cellulare, ma abbiate occasione di assistere ad episodi che coinvolgono altri bambini o ragazzi. E c’è qualcosa in più. É necessario comprendere e spiegare (questo per gli adulti) che una minaccia è una minaccia anche in rete e se si minaccia una persona, si è sempre punibili ai sensi dell’art. 620 del codice penale, anche se minorenni (maggiori di 14 anni). La portata delle proprie azioni in rete non cambia poi molto: un’ingiuria è un’ingiuria, a prescindere dal mezzo usato per rivolgerla. Bisogna, pertanto, riportare i ragazzi alla realtà, ristabilire i confini di lecito e illecito, di grave e lieve, di giusto e sbagliato.
In conclusione, come difendersi allora dal cyberbullismo? Cosa fare per arginare il preoccupante dilagare di tale fenomeno?

La rete offre grandi vantaggi ai ragazzi, che vi trovano aiuto per i compiti scolastici (consultando enciclopedie), per migliorare la lettura e per accrescere le capacità tecnologiche; potendo collegarsi con molteplici luoghi, possono scambiare informazioni con bambini di ogni parte del mondo o giocare insieme con altri ragazzi; ma la navigazione in rete non deve comportare la rinuncia agli amici o alle attività sociali e sportive.

Esistono numerosi programmi, per salvaguardare i bambini e ragazzi che navigano in rete: essi dotati di una serie di filtri per evitare l’accesso ai siti con contenuti esplicitamente a carattere sessuale, violento o con giochi d’azzardo.

Inoltre va ricordato costantemente di:

  • non dare informazioni personali (nome, cognome, indirizzo, età, nome della scuola, nomi di amici ecc.)
  • non fornire il numero della carta di credito dei genitori, o la propria password
  • non rispondere a messaggi molesti, né adoperare un linguaggio volgare o provocatorio
  • non prendere appuntamenti via Internet, nè inviare le proprie foto o quella di amici o parenti.

Ricordate per qualsiasi problema on line si può intervenire contattando l’amministratore del sito o la Polizia Postale poltel.vr@poliziadistato.it.
 

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